Pubblicato da Giacomo - 30/09/10 alle 06:09:18 pm
Assicurazioni Generali è il maggior gruppo assicurativo in Italia, fondato a Trieste nel 1831. Il simbolo del Leone alato campeggia fuori dalla sede di piazza Duca degli Abruzzi, affacciata sul Mar Adriatico. Ha una buona vocazione internazionale (sta puntando molto su Cina e India) visto che vanta 521 compagnie integrate ed è presente in 68 paesi con 85mila dipendenti (quasi 16mila in Italia) e un parco di 70 milioni di clienti. Oltre a essere un grande gruppo, con un patrimonio da 16,7 miliardi e un valore di 27,3 miliardi (dati 2009), è anche il crocevia più importante della finanza italiana, uno snodo strategico dal quale passano alcune delle più influenti aziende (e famiglie) italiane.Questo anche grazie a partecipazioni incrociate e il potere consolidato degli uomini alla guida della società che permette alla compagnia triestina l’inserimento negli affari nazionali di maggiore rilevanza strategica.

Generali Assicurazioni logo
L’azionariato è così composto:
- Mediobanca (13,2%)
- Banca d’Italia (4,6)
- Blackrock (2,9)
- De Agostini (2,6)
- Effeti (2,2)
- Kellner (2)
- Caltagirone (2)
- Del Vecchio (1,9)
- Ferak (1,7)
- Montepaschi (1,5)
- Benetton (1)
All’inizio del 2010 l’assetto dell’Assicurazione è cambiato. Sulla spinta del maggiore azionista, la Merchant bank Mediobanca, si sono avvicendati alla presidenza il parigino Antoine Bernheim, storica guida del gruppo, e l’ex presidente di Mediobanca Cesare Geronzi, oggi a capo del Leone. Con il cambio di assetto – a maggior vocazione italiana – sono aumentati i poteri dell’amministratore delegato Giovanni Perissinotto, group ceo con incarichi “globali”, affiancato dall’altro ad, Sergio Balbinot. A fare da vicepresidente c’è l’imprenditore bretone, amico di Nicolas Sarkozy, Vincent Bollorè. In Europa le principali rivali di Generali sono la francese Axa e la tedesca Allianz.
Pubblicato da Giacomo - 23/09/10 alle 10:09:59 am
Pubblichiamo il Consensus delle stime degli utili per le società quotate nel Ftse Mib.

CONSENSUS utili società FTSE Mib * stime al 30 aprile
Stime: Stime al 31/12/10 Stime al 31/12/11
. EPS DIV EPS DIV
A2A 0,11 0,10 0,12 0,10 PRX
Ansaldo STS 0,95 0,33 1,05 0,36 PRX
Atlantia 1,39 0,78 1,45 0,84 PRX
Autogrill 0,47 0,15 0,57 0,25 PRX
Azimut Holding 0,77 0,19 0,90 0,22 PRX
Banca Mps 0,07 0,02 0,12 0,04 PRX
Banca Pop Milano 0,29 0,14 0,53 0,20 PRX
Banco Popolare 0,43 0,08 0,66 0,18 REP
Bulgari 0,17 0,08 0,27 0,11 PRX
Buzzi Unicem 0,62 0,20 0,95 0,25 PRX
Campari 0,54 0,12 0,59 0,12 PRX
Cir 0,11 0,03 0,20 0,04 PRX
Enel 0,45 0,27 0,45 0,27 PRX
Eni 1,83 1,00 2,16 1,03 PRX
Exor 0,17 0,29 1,10 0,30 PRX
Fiat 0,19 0,18 0,74 0,24 PRX
Finmeccanica 1,18 0,43 1,29 0,45 PRX
Fondiaria-Sai 0,96 0,56 1,55 0,70 PRX
Generali 1,48 0,55 1,66 0,61 PRX
Geox 0,26 0,17 0,31 0,19 PRX
Impregilo 0,15 0,04 0,25 0,06 PRX
Intesa Sanpaolo 0,22 0,10 0,31 0,14 PRX
Italcementi 0,57 0,20 0,79 0,28 PRX
Lottomatica 0,80 0,67 0,79 0,67 REP
Luxottica 0,94 0,40 1,10 0,45 PRX
Mediaset 0,33 0,28 0,39 0,33 PRX
Mediobanca (*) 0,59 0,29 0,79 0,41 PRX
Mediolanum 0,32 0,17 0,37 0,18 PRX
Parmalat 0,11 0,05 0,11 0,04 PRX
Pirelli & C. 0,03 0,01 0,04 0,02 PRX
Prysmian 1,15 0,37 1,36 0,40 PRX
Saipem 1,63 0,54 1,81 0,59 PRX
Snam Rete Gas 0,28 0,21 0,29 0,22 PRX
Stm 0,55 0,18 0,79 0,22 PRX
Telecom Italia 0,11 0,05 0,12 0,06 PRX
Tenaris — — — — —
Terna 0,18 0,19 0,19 0,20 PRX
UBI Banca 0,57 0,33 0,96 0,44 PRX
UniCredit 0,11 0,05 0,24 0,10 REP
Unipol 0,06 0,03 0,08 0,04 PRX
NOTA – Utili per azione e dividendo per azione sono espressi in euro. Il consensus sugli EPS è calcolato sulla base del dato che raccoglie il numero più alto di previsioni fra EBG (utile prima di ammortamenti e voci straordinarie) PRX (utile prima di voci straordinarie) REP(as reported)
(*) = Per Mediobanca i valori si riferiscono agli esercizi che chiudono al 30 giugno. Il consensus è basato su previsioni raccolte entro il 30 aprile 2010.
Pubblicato da Giacomo - 17/09/10 alle 02:09:31 pm
Un bene rifugio è un bene il cui prezzo non viene colpito dalle crisi economiche. L’oro è un bene rifugio perché il valore reale dell’oro non subirà mai, nel lungo termine, una devalutazione tale da far perdere neanche un soldo agl’investitori. Il bene rifugio nel fondo e una riconosciuta strategia di conservazione del capitale tramite lo scambio di liquidità nel momento attuale con una valuta o una forma di denaro o di moneta; o una merce come l’oro; o un investimento in materie prime, pietre preziose o oggetti da collezione. I beni rifugio devono agire come riserva di valore, e per questo devono essere in grado di essere recuperate in un secondo momento, con prevedibilmente anche se basso margine di guadagno. La qualità di bene rifugio viene tradizionalmente assegnata all’aggregato monetario basico: La moneta (che all’epoca costituiva un bene non volatile). Tuttavia questo rifugio ha perso valore dal momento i cui i mercati si sono liberalizzati e la globalizzazione ha portato le monete sul mercato finanziario generando il meraviglioso mondo del forex come lo conosciamo oggi. Questa evoluzione era inevitabile visto che la moneta, colpita dall’inflazione, non può essere un bene rifugio nel lungo termine. Quali sono i valori che ancora conservano la caratteristica di conservare il valore nel tempo?

Immobili
La terra o l’immobile è da sempre un valore che non svaluta con il tempo. Purtroppo oggi la speculazione sul mercato immobiliare ha portato i prezzi delle case alla stessa fluttuazione di un altro valore finanziario qualsiasi. Meglio non fidarsi degl’immobili come bene rifugio nel momento attuale. Resta da dire però che il mercato immobiliare ha sofferto la prova della speculazione legata ai prestiti e mutui spazzatura. Questo ha deformato il valore di un bene che tornerà ad essere rifugio con il tempo. Chi compra un immobile oggi non dovrebbe perdere soldi in 10 anni.
Oro
Anche se il prezzo dell’oro subisce fortissimi movimenti nel breve termine (quando vien scambiato nei mercati finanziari come ETF) questi movimenti non colpiscono la percezione che ha la gente dell’oro come bene rifugio. Il valore del metallo giallo è destinato a salire nel lungo termine.
Argento
Meno popolare che l’oro e perennemente condannato al secondo posto l’argento offre senz’altro possibilità di conservare un investimento nel lungo termine.
Pietre preziose e altri metalli preziosi
Il mercato delle pietre preziose regola i prezzi in completa autonomia e con molta stabilità da quando il commercio di questi valori ha avuto inizio secoli fa. Oggi, chi compra un diamante sa che conserverà il valore nel tempo, e che il reddito di questo investimento non potrà venirgli sottratto da nessuno. A meno certo che si tratti di un diamante insanguinato o pietre fuori dal commercio legale. La perdita del capitale investito in tali casi è garantita dalla legge.
Oggetti da collezione
L’arte non ha prezzo. Chiedetelo se no ai grandi collezionisti. Quella che a noi potrebbe sembrare un’eccentricità (come la collezione di francobolli) per chi di collezionismo e arte se ne intende è un investimento di lungo termine. Caso pratico: il vaticano.
Pubblicato da admin - 16/09/10 alle 10:09:06 am
Il Ftse Mib all share comprende al suo interno circa il 95% del mercato azionario nazionale, e rappresenta un indice molto completo, l’ideale per chi vuole avere il “polso” della situazione. Lo Ftse Mib all share comprende al suo interno Ftse Mib , Mid Cap , Small Cap e Ftse Italia Micro Cap. Tutte le principali società per liquidità sono racchiuse in questa preziosa lista. È lo strumento ideale per i periodi di ripresa come quello che stiamo tiepidamente attraversando (o forse si potrebbe definire meglio come pre-ripresa o ancora come pseudo-ripresa).
In periodi come quello attuale sapere le linee di tendenza e riuscire a prevedere l’andamento del mercato azionario può fare la differenza, poiché ancora le borse sono in via di stabilizzazione, e un completo accesso a tutti i dati può permetterci di prevedere crisi finanziarie incipienti o recrudescenze dei mesi passati. Di fatto il nuovo indice, che prende il posto del vecchio Mibtel, Mib30, S&P Mib ecc ecc.

Piazza degli Affari, Milano
Si ispira al meccanismo del londinese Financial Times Stock Exchange (per l’appunto Ftse, che nella sua variante All Share londinese comprende circa 600 delle 2000 società dello Stock Exchange e circa il 98% del mercato azionario britannico). Nella variante italiana invece si è voluto puntare soprattutto all’introduzione di norme per aumentare il livello di sicurezza e controllo delle imprese quotate, soprattutto per quanto riguarda la liquidità. E’ infatti fondamentale tutelare anche il più piccolo investitore per non scatenare improvvise e disastrose crisi di panico come quelle generatesi qualche mese fa dal crollo dei famigerati “castelli di carta” finanziari.
Pubblicato da Giacomo - 10/09/10 alle 11:09:42 am
La crisi è stata parola dell’anno 2009 votata unanimemente per essere l’onnipresente diagnosi di ogni male: “la crisi”. E’ stato licenziato un genitore di un amico? “la crisi!”, non si trova lavoro dopo una laurea terminata perfettamente in corso con il massimo dei voti in ingegneria elettronica? “ah la crisi!”, ma anche argomenti più gratuiti, come: “il tasso di criminalità è in crescita!” “certo, con la crisi!”, oppure “non studierò all’università, tanto con la crisi non avrò lavoro” o simili profondissime riflessioni.

La crisi finanziaria
Insomma, si può pacificamente affermare che a fianco al drammatico scenario di persone che hanno perso il lavoro dopo una vita di sacrifici e risparmi, spesso indebitandosi, per colpa di un manipolo di speculatori e squali di borsa, esiste anche un fenomeno di auto-indulgenza per cui tutto è permesso, tutto è lecito, tutto è accettabile perché siamo in crisi.
Una soluzione spesso di comodo, e penso in questo caso ai politici (che mi piace vedere come dei dipendenti statali, dei semplici funzionari ed impiegati, seppure ultrapagati da noi contribuenti) che senza ritegno affermano che è normale vedere sprofondare l’economia di un paese in una nera recessione senza fare sostanzialmente alcunché per il semplice motivo che “c’è crisi. E anzi, spesso nel resto d’Europa stanno peggio di noi.” Come se il pensiero che al di fuori dei nostri confini la gente stia ancora peggio di noi al posto che farci infuriare ancora di più dovesse in qualche modo tranquillizzarci, e riflettere su quanto si è fortunati a perdere tutto in un paese che comunque “sta meglio degli altri”. Ennesimo esempio di bieco e cinico egoismo. Insomma, se la parola del 2009 è stata senza dubbio “crisi”, in questo 2010 vorrei che la parola più usata fosse “ripresa”, o meglio ancora “ottimismo”.